La classe 5C visita Casa Basaglia

La classe 5C visita Casa Basaglia

Basta una canzone cantata in coro a creare gioia e commozione! La classe 5C in visita d'istruzione a Casa Basaglia.

All'ingresso in struttura veniamo accolti da un gatto bianco e nero, quasi stessimo entrando a casa di amici, e ciò basta per farci immediatamente rilassare; la stretta di mano gioviale e spontanea dei due operatori socio-sanitari, il volto sorridente di Magdalena Lageder, psicologa del centro e nostra ex alunna, fanno il resto e ci sentiamo subito in famiglia! Ci chiedono di tenere a mente le emozioni che via via proveremo perchè dopo la visita di spazi, ambienti e attività, avremo modo di confrontarci anche sul come ci siamo sentiti noi e potremo ancora porre domande e ricevere ancora molte informazioni. Con naturalezza rassicurante ci dicono che potrebbe capitare di incontrare dei conoscenti. Nei laboratori gli studenti hanno potuto vedere come la manualità e la creatività possano costituire un valido aiuto a superare il proprio disagio ma anche un importante aggancio alla realtà e alla società e alle sue regole di mercato.

Come si struttura l'assistenza psichiatrica? In cosa consiste la filosofia di Basaglia e l'assistenza democratica? Come si è sviluppata la Legge Basaglia a quarant'anni dal suo varo? Come è organizzata la quotidianità nel centro di riabilitazione psichiatrica di Sinigo?
Questi alcuni dei quesiti e degli argomenti trattati nell'arco della mattinata. Entrando nei laboratori suscitiamo una curiosita misurata degli ospiti intenti alle loro creazioni. I ragazzi ascoltano pieni di interesse e sono numerose le loro domande che trovano sempre accoglienza e risposte ampie, competenti, veritiere.

La legge Basaglia, che quest’anno compie 40 anni, aveva come filosofia portante la dignità delle persone e il rispetto della sfera familiare e sociale oltre all'abolizione di metodi invasivi o violenti o coercitivi cone camice di forza ed elettroshock.  Nel 1978 essa aveva costituito un cambiamento rivoluzionario prevedendo la chiusura dei manicomi e l'apertura di servizi territoriali vicini al luogo di residenza. Lavorando, nel corso degli anni anche per abbattere i pregiudizi e la grande paura dei singoli di essere colpito da qualche patalogia psicotica al punto da rimandare la richiesta d'aiuto.
Oggi la nuova sfida sono i disagi psichiatrici dei pazienti con background migratorio e la violenza giovanile.